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       CANNARA
LA SUA STORIA

Cannara sorge sulla riva sinistra del fiume Topino, subito dopo la confluenza in esso del Timia. e si adagia quasi al centro della Valle Umbra su un territorio anticamente lacustre. noto ai Romani come Lacus Umber, poi avviato a bonifica dai Benedettini (secc. VII e successivi), ma con ampie zone acquitrinose ancora nei tempi m cui comincia a definirsi il "castrum".
I primi Insediamenti sono dagli storici situati attorno al 1100. Tra i più autorevoli di essi, il Pellini ed il Bianconi accettano la tradizione secondo cui Cannara fu edificata al tempo di Federico Barbarossa dal conte Valerio Ranieri, un nobile perugino di parte guelfa costretto alla fuga quando l'Imperatore tedesco scese per la terza volta in Italia (1162). Il Pellini ritiene che l'Illustre fuoriuscito abbia trovato in questa nostra terra protezione e sostegno per la fertilità del luogo e la comodità delle acque, al punto che in breve tempo, fu abitata da molti fuoriusciti perugini e da altre genti....
Giovanni Bizzozzero, invece, è del parere che Cannara esistesse già al tempo della fuga del Ranieri da Perugia, ed afferma che il conte, giunto nella piccola insula di Cannara nel 1170, assieme ai suoi compagni lotta, ne divenne signore, certamente con la spontanea determinazione della popolazione, desiderosa di una guida sicura.
I primi documenti che in varia forma riportano l'antico nome di Cannara risalgono, in effetti, ai secc. XII e XIII: Insula de Cannaio (1170) territorio Cannaiae (1211). castrum Cannariae (metà del 200), mentre è del 1297 la prima citazione di Comune Cannarii. Eppure, nel 1085 esiste una ecclesia Sante Maria in Rivo, che dipende dall'abbazia di S. Angelo in Limigiano. Se, come sostiene lo storico Mano Sensi, essa è da identificare con quella di Sante Marie in Cannaio (citata in un privilegio di papa Lucio III nel 1184). allora si può affermare che le origini di Cannara sono da ricondurre a subito dopo il Mille.
Circa l'origine del toponimo, chi conosce il luogo pensa subito alla canna che qui abbondava e persiste a motivo della presenza di fiumi, rivi, torrenti e fossi, sicché è agevole accettare la tradizione secondo la quale Cannara deriva da canna. Agli Inizi del 1200 Cannara è un castello con le sue mura. Il palazzo della corte ed alcune chiese: alla già citata S. Maria in Rivo dobbiamo aggiungere quelle di S. Biagio. S. Sebastiano. S. Angelo. S. Croce e dei santi Giovanni e Donato.
È questo il tempo di S. Francesco, della sua predicazione. dei suoi miracoli. Una lunga tradizione orale, rafforzata da un celebre passo dei fioretti di Anonimo del Trecento, codificata dagli Actus beati Francisci et sociorum eius (ante 1340), ripresa nei secoli da vari studiosi del francescanesimo ed arricchita dall'arte pittorica e dalla pratica devozionale, vuole che sia Pian d'Arca, nel territorio di Cannara, il sito della famosissima Predica agli Uccelli, ed il castello di Cannara il luogo in cui il Santo di Assisi istituì il Terz' Ordine detto dei Continenti.



D'ora in poi dobbiamo parlare di comune, che progressivamente assume una fisionomia urbana e territoriale tanto da entrare in conflitto con la potente Assisi, la quale vede bloccata la sua espansione verso il cuore della valle, ben difeso dai cannaresi. Il contrasto si trasforma in dichiarazione di guerra degli assisani: è il 1291. Le forze della piccola comunità cannarese sarebbero impari di fronte a quelle nemiche: il Consiglio chiede allora l'aiuto di Perugia, che accetta, dichiarandosi disposto alla sottomissione. In segno di simpatìa-scrive il Bizzozzero in Origini e vicende di Cannara e dintorni- ebbero dai perugini l'ambito onore di elevare sulle insegne il grifone di Perugia, tenente fra le branche una canna, simbolo della origine palustre di Cannara. Era podestà di Perugia Messer Colgano
d 'Acquasparta ed il contratto fu erogato da Michele de Penevìno notaro. Il rapporto con Perugia sarà nei secoli duraturo, ed in particolare quasi ininterrottamente dal 1424 al 1648, quando Cannara diventa feudo dei Baglioni con la prima Investitura di Malatesta ad opera di Braccio Fortebraccio da Montone.
Tra il 1534 ed il 1536 vengono redatti gli Statuti Terrae Cannariae, con la successiva approvazione di Paolo III (18-febbraio 1536): documento di grande valore storico, che contiene norme di vita civile. Il calendario liturgico e un' immensa quantità di notizie adatte a far luce su tradizioni, legislazione, costumi, società ed economia di quel tempo. Dal 1648 e fino al costituirsi del Regno d'Italia, Cannara diviene parte dello Stato della Chiesa senza più intermediari principeschi. Agli Inizi dell'Ottocento è a capo di tre comuni limitrofi appodiati: Castelbuono, Limigiano, Collemancio. Quest'ultimo, l'antico Urvinum Hortense dei Romani, si era sviluppato a partire dal III sec d.C. fuori dell'antico vìcus, come entità giuridica cessa di esistere subito dopo l'Unità, assorbito da Cannara; da allora in poi la storia delle due collettività si fonde rapportandosi alle comuni radici rurali, alla laboriosità degli abitanti e al rispetto delle numerose tradizioni locali.
Oggi Cannara ha una popolazione di circa 4500 abitanti, con un'economia prevalentemente agricola ed artigianale. Il suo territorio (32.65 kmq.) è distribuito in pianura e in collina, dove supera i 500 m. di altitudine. A valle, la terra argillosa ed irrigua favorisce la coltivazione della cipolla, prodotto per il quale Cannara è famosa, di cereali (grano in particolare, ma anche orzo. avena e mais), barbabietola, girasole e tabacco, vi crescono bene la vite, il salice, la quercia, l'acero, il pioppo e, sulle colline di Collemancio, soprattutto l'ulivo, contornato da spontanea crescita dell'odorosa ginestra. Le sue intense macchie di giallo, sul finire della primavera, scompaginano qua e là in modo vistoso e allegro il diffuso manto di verde di cui si riveste il nostro paesaggio.
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